TORRE PAPONI - LINGUEGLIETTA

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Tempo di percorrenza: 2 ore

Difficoltà: T

Dislivello: 100 metri

Dal parcheggio del paese che si trova nei pressi del Monumento ai caduti dell’Eccidio di Torre Paponi (1984) si prosegue per Via Trieste e, dopo alcuni metri, si imbocca la prima mulattiera sulla sinistra che si addentra fra le mura delle case del centro storico e, per Via Mameli, attraversa i carruggi pittoreschi di un borgo perfettamente conservato nella propria edilizia storica, che è stato – ed è tuttora – oggetto di un lungo e ambizioso progetto di riqualificazione urbana.

In questo modo, seguendo il corso del carruggio si giungerà a incontrare sulla sinistra Via Carducci, la “via dei musei”, che ci condurrà per una ripida salita panoramica sino in Piazza Santi Cosma e Damiano, uno dei più suggestivi poli religiosi barocchi della zona dove si ergono l’omonima chiesa parrocchiale, l’oratorio dell’Annunziata e l’antica casa canonica (secoli XVII-XVIII) a formare una serie di quinte sceniche proiettate sulle distese olivate della media Valle del San Lorenzo.

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Dopo essersi soffermati ad ammirare la bellezza del panorama e del complesso architettonico che ci abbraccia, ci muoveremo verso la mulattiera che nasce nei pressi del Monumento ai Caduti, posto fra l’oratorio e la parrocchiale, su quella che fu per secoli la via per Boscomare e che, oggi come allora, s’inerpica fra fasce di ulivi, arbusti di rosmarino, campi di lavanda e boschi di roverelle. Arrivati nei pressi del “Pilone dei Suonatori” (sec. XVII), una fra le più incantevoli edicole dipinte per la devozione degli abitanti del luogo che il territorio abbia conservato, tra cischi, lentischi e arbusti di timo, si prosegue a destra seguendo un segnavia rosso; qui, l’ambiente diventa più umido e la vegetazione cresce più selvaggia, abbondano i cespi di rovi e le piante storiche di fichi.

Giunti nei pressi di un casone rustico (dopo circa 1 ora dalla partenza), si prosegue a sinistra su una mulattiera stretta, attraversando un bosco di carpini, roverelle e lecci sino a incontrare, dopo circa 50 metri, una strada asfaltata carrozzabile; da qui occorre proseguire a sinistra, dove ci seguono le cisterne e le vasche per la raccolta dell’acqua destinata alle coltivazioni e agli orti, laddove sino a non molti decenni orsono crescevano fasce e piccoli prati di lavanda che, come i pascoli intorno a Pietrabruna e Boscomare, tingevano l’alta valle di viola e di blu. Sebbene col tempo sia andata diminuendo sino quasi a sparire del tutto, la coltivazione tradizionale della lavanda (il “lavandin“) sta nuovamente tornando a popolare i territori di sempre e a colorare le chiazze che si aprono nel manto boscoso della media e alta vallata; dunque, non è raro incontrarne qualche cespo lungo il cammino.

Il sentiero in questo passaggio non è molto pulito e la vegetazione cresce selvaggia (finocchietto selvatico, ginestra, timo ecc.), e ci guida sino al punto più alto della linea di crinale, dove si incontra una mulattiera, sulla destra, che si muove parallela alla linea di costa offrendo a ogni piè sospinto panorami estremamente suggestivi, con vista sui borghi di Lingueglietta e Boscomare, cui si alternano boschi di carpini, orniello e pinete di pino d’Aleppo. Attraversato infine un beodo al bivio, tenere sempre la destra sino ad arrivare sulla strada principale che ci conduce lungo la “via della Costa” e, sempre a destra, verso il centro storico di Lingueglietta.