Proiettato in posizione panoramica a ridosso dell’ultimo declivio verdeggiante che dalla spalla occidentale della valle digrada dolcemente verso le sponde del fiume San Lorenzo, quasi modellato in ossequioso rispetto della rettrice suggerita dalla natura circostante, Torre Paponi (nel dialetto locale “Ture” o “Ture d’ì Papui”) è un’incantevole frazione del Comune di Pietrabruna.
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In principio, dunque, fu un presidio militare o, meglio, una poderosa “casa-torre” posta a sentinella della media e bassa vallata, attorno alla quale si strinsero i rami di una “parentella” numerosa (sorta di “albergo” genovese) che, come si evince dai caratteri storici dell’agglomerato urbano, diede vita a un centro compatto, racchiuso fra via Mazzini, via Mameli e via Medico Papone, e già proteso lungo via Carducci verso Boscomare e Lingueglietta, sede politica e religiosa di riferimento. La fine del lungo dominio feudale dei Lengueglia (1609) e il passaggio nelle mani della Repubblica di Genova non sortirono effetti particolarmente negativi sulla vita del borgo che, anzi, superata la minaccia degli sbarchi turco-barbareschi del secolo precedente, entrò subito in una fase di vera e propria grandeur barocca.
Un periodo di straordinaria vitalità comunitaria e fervore religioso che, sostenuto dai proventi derivanti dalla produzione olearia e da una pressione demografica in costante aumento, si traduce emblematicamente nel raggiungimento della dignità parrocchiale (1611) e nella conseguente definizione di un nuovo scenografico polo religioso terrazzato, piazza Santi Cosma e Damiano. Risalgono al XVII e al XVIII secolo, infatti, il progressivo abbandono dei primitivi edifici di culto interni al centro storico (come l’anonimo oratorio quattro-cinquecentesco di via Carducci 4) e la costruzione o, meglio, la ricostruzione della chiesa parrocchiale dei Santi Cosma e Damiano (1720-1752 circa) e, a lato, dell’oratorio confraternitale della Santissima Annunciazione (ultimo quarto del sec. XVII). Gli anni della Repubblica Ligure e dell’Impero napoleonico (1797-1815) sanciscono gli antichi rapporti politici maturati nel corso del Medioevo grazie alla regia dei signori di Lengueglia e, dunque, l’accorpamento al Comune di Boscomare sino a quando, nel 1928, la “Torre dei Paponi” diventerà parte del neonato Comune di Pietrabruna.
Il ventennio fascista non fu, purtroppo, solamente un’epoca di ridefinizione dei rapporti giuridico-amministrativi ma, anche e soprattutto, un periodo lugubre che, come a Pietrabruna, ha macchiato la terra del sangue di tanti civili innocenti; ventotto fra uomini, donne e bambini, ma anche sacerdoti, sacrificati fra il 14 e il 16 dicembre 1944 nel corso di una delle folli rappresaglie perpetrate dalle truppe nazi-fasciste e celebrati a imperitura memoria in un monumento dedicato a quell’immane barbarie che fu l’Eccidio di Torre Paponi (1984).
Riparato da una delle più scenografiche e panoramiche piazze barocche della vallata e circondato da lussureggianti campagne di olivi, nei fondaci tardomedievali come nei frantoi moderni di Torre Paponi vive ancora la memoria delle tradizioni contadine legate alla coltivazione e al raffinamento dell’olio extra vergine e della spiga azzurra della lavanda; vero scrigno di tesori artistici inattesi, grazie a una politica consolidata di attento recupero e scrupolosa conservazione dell’edilizia storica il borgo offre, oggi, un’opportunità unica di passeggiare fra le vie e i caruggi di un centro storico in cui il tempo sembra davvero aver fermato il suo corso.
ARTE E MONUMENTI
Chiesa parrocchiale dei Santi Cosma e Damiano (1720-1752 circa).
Oratorio della Santissima Annunziata (sec. XVII).
Oratorio di Sant’Antonio da Padova (secoli XVI-XIX).
Cappella di San Bartolomeo (secoli XVII-XIX).
Arte e devozione dei piloni votivi (secoli XVI-XVIII).
Museo d’Arte Sacra e delle confraternite.