IL BORGO
Adagiata a mezza costa della dorsale occidentale che precipita dolcemente nella marina di San Lorenzo, fra distese verdeggianti di ulivi e pini marittimi, Costarainera (nel dialetto locale “Costa di Raineii” o “Costarainea”) è un borgo fra i più pittoreschi e caratteristici dell’intera vallata.
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All’epoca, tuttavia, il borgo aveva assunto da tempo la caratteristica fisionomia urbana allungata e sviluppata lungo le principali rettrici storiche di collegamento: una orizzontale, di mezza costa (via Dr. Raineri e via della Repubblica), diretta a Lingueglietta e al castello della signoria; e una verticale, di crinale, diretta a Cipressa e al governo degli abati di Villaregia (via Sant’Antonio Abate) o verso la marina del borgo occidentale di San Lorenzo (via San Giacomo).
Specchio fedele delle vicende tormentate del borgo è uno dei monumenti più interessanti e suggestivi del panorama architettonico medievale del Ponente Ligure, la chiesa di Sant’Antonio Abate. In questo luogo sacro, infatti, s’incontrarono per secoli generazioni di fedeli e cittadini di opposte fazioni politiche che, specie dopo l’esplosione demografica quattro e cinquecentesca, diedero vita ad aperti contrasti abbandonandosi a una catena di reciproci soprusi, violenze e talvolta anche fatti di sangue. Eventi funesti, che si assommavano a quelli altrettanto drammatici delle incursioni turco-barbaresche che, qui come in altri borghi della valle, causarono danni, vittime e prigionieri, costringendo la popolazione a edificare una serie di fortificazioni domestiche (le “case-torri”) o a munire temporaneamente gli edifici religiosi che custodivano i maggiori tesori d’arte e di fede, come appunto l’antica parrocchiale di Sant’Antonio Abate.
Il definitivo tramonto della potenza dei Lengueglia (1609) non fu il lieto fine che gli abitanti di “Costa” si attendevano. Sfuggita progressivamente dalle mani degli antichi feudatari e passata ben presto a gravitare nell’orbita del Comune di Cipressa e, quindi, dell’influenza della Repubblica di Genova, il borgo ne seguì le sorti sino alle soglie della rivoluzione napoleonica e alla proclamazione dell’indipendenza comunale (1797-1815).
Erede di una stratificazione urbana, storica e culturale che è figlia delle lotte fra campanili e rioni comunicanti, Costarainera, oggi, offre l’opportunità di attraversare un intrico di caruggi pittoreschi che si perdono nel verde degli olivi e della macchia mediterranea, là dove sopravvivono alcuni fra i più importanti monumenti medievali dell’intera Valle del San Lorenzo e non solo. Una meta ideale per coloro che ricercano il sole perenne della Riviera dei Fiori e la salubrità di un clima senza pari che, nella regione dei Piani Paorelli (oggi piccola frazione a mare del Comune di Costarainera), ha sospinto non a caso a creare uno dei più grandi e rinomati centri per il trattamento della tubercolosi ossea e polmonare, l’Istituto Elioterapico “Giuseppe Barellai” e l’Ospedale Sanatoriale “Giacomo Filippo Novaro”: due complessi architettonici di epoca fascista (1930-1932 e 1932-1934 circa) che, posti rispettivamente a cavallo del litorale e all’interno di un grande parco naturale di macchia mediterranea, palmizi e “giardini all’italiana”, restano in attesa di un intelligente progetto di recupero.
ARTE E MONUMENTI
Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista (1709 – 1721 circa).
Oratorio confraternitale di San Carlo Borromeo (o della SS. Trinità) (metà circa del sec. XVIII).
Chiesa di Sant’Antonio Abate (secoli XII/XIII – XIX).
Oratorio di San Sebastiano (secoli XV/XVI).
Cappella di San Bernardo “degli Amerigo” (secoli XVIII – XIX).