Monumenti e luoghi d’interesse storico, artistico e culturale
Chiesa cimiteriale di San Gregorio Magno: collocata nel cuore del cimitero, l’edificio si compone di una sola navata rettangolare allungata, dotata di una facciata a capanna dalla muratura eterogenea e, a est, di un’abside coronata da un fregio di archetti pensili.
Continua per saperne di più
Menzionata già nel 1103, la chiesa rappresenta il più antico monumento della Valle del San Lorenzo e conserva ancora intatta l’abside romanica, oltre a una serie di stratificazioni artistiche e architettoniche medievali, come un affresco lacunoso raffigurante la Vergine col Bambino fra i santi Gregorio Magno e Matteo (1481), che riveste la lunetta gotica del portale maggiore.
Chiesa parrocchiale dei Santi Matteo Evangelista e Gregorio Magno: sita al centro del borgo, presenta una sola ampia navata di forma ellittica coronata da un coro ampio e profondo che si riproduce, all’esterno, nelle forme di un monumentale edificio d’impronta neoclassica, risalente al 1844 circa.
Continua per saperne di più
Un edificio scomparso di cui restano, tuttavia, cospicui avanzi di colonne, capitelli e architravi inquadrabili negli anni della ricostruzione (1534-1539), che risultano ricomposti lungo l’ampio perimetro del sagrato circostante.
Oratorio confraternItale della Santissima Annunziata: l’edificio consta di un’aula rettangolare intonacata e dotata di un marcato sviluppo verticale che risulta coronata, a est, da un coro compresso nel quale trionfano marmi policromi, colonne tortili e stucchi scolpiti di epoca barocca.
Continua per saperne di più
In effetti, come ricorda ancora l’affresco dipinto al centro della volta, l’oratorio risale al 1705 circa ma insiste, al pari della parrocchiale e dei più antichi edifici religiosi del borgo, sul sito di una chiesa precedente che fu sede di una “casaccia”, ovvero di una confraternita di Disciplinanti, e di cui sopravvive la pala d’altare, una tavola dipinta nel 1545 dal pittore genovese Agostino da Casanova.
Oratorio campestre di San Salvatore: l’edificio sorge a ridosso del valico montano dal quale ha tratto il nome, il passo di San Salvatore (m. 713 circa), e si compone di una semplice navata rettangolare in pietra a vista, scandita da contrafforti perimetrali e apparentemente priva di un’abside e una facciata nettamente distinta.
Continua per saperne di più
Al suo interno, tuttavia, il vano orientale conserva ancora ampie tracce di una estesa decorazione ad affresco databile alla fine del XV secolo, che si distende attorno a un altare in muratura addossato alla parete laterale e che, in ossequio a un’antica tradizione, ricade nei confini giuridici del Comune di Pietrabruna.
Oratorio campestre di San Rocco: l’edificio sorge immediatamente al di fuori del centro abitato, lungo l’antica mulattiera che dal cuore del borgo conduceva al passo di San Salvatore e, da qui, verso i pascoli del Monte Follia (m. 1031) e del Monte Faudo (m. 1149).
Continua per saperne di più
Epoca in cui la popolazione di Pietrabruna, secondo una tendenza diffusa nelle contrade del Ponente Ligure (e non solo), decise di scongiurare la paura e gli effetti disastrosi delle pestilenze che colpivano ciclicamente la regione, elevando una cappella al santo pellegrino di Montpellier (1295-1327); uno dei grandi taumaturghi che, assieme a san Sebastiano e sant’Antonio Abate, venivano invocati sin dal Medioevo a sostegno spirituale degli appestati, degli ammalati come dei viandanti e dei pellegrini.
Oratorio campestre della Madonna della Rocca: in modo del tutto analogo all’oratorio di San Rocco, l’edificio sorge subito al di fuori del centro storico, lungo la via di mezza costa che, oggi interamente asfaltata, collegava il borgo alle campagne di olivi circostanti e a Boscomare.
Continua per saperne di più
La sua costruzione, tuttavia, risale alla fine del XVI o agli inizi del XVII secolo, quando fu intitolato all’Assunzione della Beata Vergine e mantenuto di elemosine da parte dei patroni. Fu un’epoca di grande devozione popolare, quella post-tridentina, un periodo in cui i recessi petrosi, al pari delle sorgenti d’acqua divenivano spesso “luoghi del divino”, teatro di apparizioni miracolose, visioni estatiche e trionfi soprannaturali di cui la Vergine Maria fu una protagonista indiscussa.
Museo Archeologico ed Etnografico “Giuseppina Guasco”: Dedicato alla memoria di Giuseppina Guasco, appassionata cultrice di storia locale, il museo è ubicato in via Capitano Ranise ed è suddiviso in due sezioni tematiche che descrivono a fondo la storia, le tradizioni e la cultura del borgo di Pietrabruna.
Continua per saperne di più
Nella seconda e ultima sezione, inaugurata a marzo del 2015, sono raccolti i risultati relativi alle campagne di scavo condotte sul sito d’altura del Monte Follia (m. 1031) da parte dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri di Bordighera e, esposti lungo un percorso di visita che attraversa i vani sfalsati di un suggestivo edificio tardomedievale, i reperti rinvenuti (visitabile previo appuntamento telefonico).