Nome scientifico: Quercus Ilex L.
Nome italiano: Leccio
Nome inglese: Holly oak
Nome francese: Chéne vert
Collocazione sistematica o classificazione
(Regno: Plantae)
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Fagales
Famiglia: Fagacee
Descrizione: albero sempreverde con portamento generalmente arboreo con corteccia e foglie che cambiano colore ed aspetto a seconda dell’ età e del luogo in cui crescono. La corteccia grigia da giovane, col tempo diventa dura e scura quasi nerastra, finemente screpolata in piccole placche persistenti di forma quasi quadrata. Le foglie a lamina coriacea sono nella pagina superiore di colore verde scuro lucido, nella pagina inferiore grigiastra con peluria, da giovani sono ovali con al margine numerosi denti mucronati, diventano poi lunghe e strette a margini dentellati o lisci. Possono raggiungere i 7 cm di lunghezza e durano mediamente 2- 3 anni
L’apparato radicale robusto, si spinge a diversi metri in profondità, permettendo così alla pianta così alla pianta di resistere a lunghi periodi di siccità
Fiori unisessuali, maschili riuniti in amenti penduli, femminili in spighe peduncolate che contengono ciascuna 6-8 fiori. Il frutto è una ghianda portata singola o in gruppi da 2 a 5.
Dimensioni: alto fino a 25 metri può avere aspetto cespuglioso se cresce in ambienti rupestri
Habitat: specie termofila che predilige i terreni calcarei, diffusa dal mare sino a 700 metri, è specie climax della macchia mediterranea
Fioritura: tarda primavera maggio giugno
Curiosità: albero molto longevo fino a 1000 anni. E’ pianta antichissima considerata da Etruschi e Romani divinatoria, le sue ghiande dolci e morbide erano utilizzate per preparare il pane i quercia. Il suo elevato eteromorfismo da pianta arborea con chioma compatta ad arbusto pubescente con foglie di forma diversa sullo stesso albero, spesso rendono difficoltosa la classificazione. Ricco di tannino, il legno di leccio è molto duro e di difficile lavorazione Usata specialmente come pianta forestale per alberare strade e parchi per via del suo portamento e colore
Abitudini: sovente associato a Pino d’Aleppo o sugherete partecipa in vario grado a diversi aspetti della macchia mediterranea: da boschi in purezza (leccete) a alta macchia ceduata alla bassa macchia colonizzando altresì le garighe e persino le pendici più dirupate e scoscese.
Protezione: se segnalato come albero monumentale tutelato dalla L.R n.4 del 1999