Monumenti e luoghi d’interesse storico, artistico e culturale
Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista: edificata immediatamente all’esterno della cinta muraria tardo-medioevale del borgo, in un luogo privilegiato dal punto di vista urbanistico, dove le facciate dei due principali edifici religiosi intervengono a dialogo formando un gioco di quinte teatrali, la chiesa di San Giovanni Battista presenta una veste barocca parzialmente occultata da un spesso strato d’intonaco.
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Nonostante le forme già settecentesche, la chiesa di San Giovanni Battista insiste su un sito più antico, che risale almeno al XV-XVI secolo. A quell’epoca, il ruolo di parrocchiale era ancora saldamente ricoperto dalla vetusta chiesa cimiteriale e, qui, al posto dell’edificio attuale, sorgeva un oratorio amministrato probabilmente da una confraternita di Disciplinanti devoti a un santo “genovese”. Posto immediatamente al di fuori della cinta urbica e, dunque, in posizione più comoda per la popolazione di Costarainera, le fortune dell’oratorio decollarono soltanto a seguito della decadenza dell’antica parrocchiale che, alla metà del Seicento, fu abbandonata dalla comunità “scissionaria” dei fedeli di Cipressa e, agli inizi del Settecento, delle prerogative e del rango di parrocchiale dai fedeli di Costarainera (sempre aperta, per info contattare il Comune di Costarainera).
Oratorio di San Sebastiano: fondato dai signori di Lengueglia lungo un ramo secondario della Julia Augusta che dal borgo occidentale di San Lorenzo al Mare risaliva il crinale in direzione di Costarainera e Lingueglietta, sede del “castrum”, l’oratorio di San Sebastiano si presenta come un edificio in rovina dall’aria romantica e senza tempo, avvolto da una fitta boscaglia di ulivi e pini marittimi.
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Qui, infatti, i Lengueglia posero le fondamenta di una chiesa extra-urbana che era destinata a segnalare la propria presenza sul territorio e, soprattutto, a funzionare come un luogo di ricovero fisico e spirituale per gli appestati che si votavano a san Sebastiano, uno dei santi protettori contro i morbi contagiosi, e che, con ogni probabilità si radunavano in un vicino lazzaretto.
Chiesa di Sant’Antonio Abate: isolata al centro di un antico crocevia che univa le vie di pellegrinaggio dirette a Roma e Santiago de Compostela alle strade di mezza costa battute dai comuni viandanti, immersa in un sito naturalistico e paesaggistico di grande impatto visivo che domina il borgo di Costarainera e spazia all’intorno, la chiesa di Sant’Antonio Abate racconta di un tempo lontano.
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Data al 1511 circa e, dunque, all’epoca dell’egida genovese sui borghi rivali, il definitivo ampliamento a tre navate della chiesa e l’estesa campagna decorativa dell’interno, che ci ha lasciato alcune delle sculture più arcaiche e primitive del panorama artistico del Ponente Ligure. Fuori e dentro le mura dell’edificio religioso, infatti, volti gravi e misteriosi e maschere senza tempo fanno capolino dai crochets angolari di alcuni capitelli, scrutandoci con aria enigmatica e ridestando la memoria di un sostrato atavico e apotropaico. Scrigno monumentale di reliquie venerate e di opere d’arte e di fede, la chiesa di Sant’Antonio Abate divenne ben presto la scomoda sede di una parrocchia popolosa e sempre più indolente, che riuniva forzosamente i fedeli di Cipressa e Costarainera e che non mancò di attirare anche le mire dei Signori di Lengueglia. È alla loro influenza, infatti, che si deve la costruzione di una torre campanaria destinata a ricordare al popolo della “Costa dei Raineri”, o quantomeno alla maggioranza di essi, la costante presenza della signoria sul territorio e, soprattutto, la premura con cui i Lengueglia sapevano proteggere i propri sottoposti, fornendoli di un bastione imprendibile contro gli attacchi portati dagli incursori turco-barbareschi (visitabile su appuntamento, per info contattare il Comune di Costarainera).
Oratorio confraternitale di San Carlo Borromeo (o della Santissima Trinità): costruito in senso perpendicolare rispetto alla chiesa parrocchiale, secondo un tipico allineamento dei poli religiosi barocchi in cui dialogano e si confrontano, spesso in termini di schietta rivalità, chiesa parrocchiale e oratorio confraternitale, l’edificio presenta una veste settecentesca (metà circa del sec. XVIII) ispirata alle forme e alle linee architettoniche di San Giovanni Battista.
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Il nuovo oratorio della Trinità, tuttavia, non fu costruito prima della metà del Settecento e l’intitolazione attuale risale al 1846 e alla decisione del priore dell’epoca, Giovanni Stefano Raineri, d’incentivare un culto già latente e documentato in loco già dalla prima metà del Seicento; oggi l’edificio è chiuso al culto e alle visite, poiché minaccia rovina e resta in attesa di un prossimo, attento recupero.
Cappella suburbana di San Bernardo (o “degli Amerigo”): inserita ai limiti estremi dell’aggregato urbano, fra le lapidi otto e novecentesche che tappezzano l’ultimo archivolto che s’incontra percorrendo la ripida salita di via Sant’Antonio Abate, si trova una piccola cappella dedicata a san Bernardo che, a partire dal 1891, è divenuta l’edificio di riferimento o, meglio, la cappella “gentilizia” degli Amerigo.
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È all’iniziativa dei rami e degli esponenti di questa famiglia di imprenditori agricoli che dobbiamo l’urbanizzazione di questa porzione del borgo e, nel Settecento, il progressivo fagocitamento di un edificio religioso intitolato forse già a san Bernardo che, tuttavia, sparì per lasciare posto alle case coloniche erette in questa zona e a una nuova minuscola cappella per la devozione privata degli Amerighi.