Il Riccio

Nome scientifico: Paracentrotus lividus (Lamarck, 1816)

Nome italiano: Riccio maschio

Nome inglese: Purple sea urchin

Nome francese: Oursin pierre

Descrizione: Il riccio di mare ha un endoscheletro di forma ovoidale, appiattito nella parte ventrale, costituito da piastre calcaree e ricoperto da robusti aculei e da cinque doppie file di pedicelli. Sia gli aculei sia i pedicelli vengono usati per la locomozione oltre che per la protezione. La colorazione varia dal violetto al verde oliva, rossastro, bruno e nero e dipende dalla concentrazione di alcuni pigmenti, detti spinocromi. L’apparato boccale si trova nella parte ventrale mentre l’ano nella parte dorsale. Per alimentarsi usa un apparato masticatore detto Lanterna di Aristotele costituita da ben 5 denti. Talvolta P. lividus viene confuso con l’altra specie di riccio anch’esso comune nel Mediterraneo, Arbacia lixula che ha un’apertura boccale più grande e una colorazione più scura, di solito nera.

Dimensioni: Può raggiungere il diametro di 7,5 cm

Habitat: Ricerca ambienti poco luminosi, vivendo su fondali rocciosi ricoperti di alghe e nelle praterie di Posidonia, prevalentemente fino ai 20 m di profondità sia nel mediterraneo sia nell’Atlantico orientale.

Alimentazione: Erbivoro, P. lividus si nutre di alghe in un modo così vorace da causarne in alcuni casi la totale rimozione e creare zone nude (dette barren grounds). I principali predatori del P. lividus sono saraghi e donzelle.

Riproduzione: Si riproduce sessualmente tutto l’anno con maggiore intensità in estate.

Curiosità: Non è possibile distinguere il maschio dalla femmina dall’esterno. L’unico modo per riconoscerli è l’analisi istologica delle gonadi al microscopio.

Abitudini: P. lividus suole ricoprirsi trattenendo con i pedicelli corpi estranei (come pietruzze, conchiglie o pezzetti di alghe), forse come forma di mimetismo e/o come protezione dai raggi UV poiché specie fotofobica. Questa caratteristica lo distingue da A. lixula che non attua questo comportamento.

Protezione: La specie è stata inserita nell’Annesso II Protocollo delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea (ASPIM, Convenzione di Barcellona) poiché la pesca ha causato un costante declino degli stock nel Mediterraneo. Questa specie infatti ha un grande valore commerciale in campo alimentare per via della prelibatezza delle sue gonadi e viene commercializzata presso i principali mercati Ittici e pescherie di tutta Italia. Ecco perché è importante la segnalazione (http://www.reefcheckitalia.it/).